Brenzone

STORIA DI BRENZONE

Il toponimo Brenzone da alcuni è collegato con la famiglia Brenzoni, che qui aveva delle proprietà, mentre secondo altri è fatto derivare più fantasiosamente da un certo “Bruncione”, paladino di Francia, giunto sul Garda al seguito del re franco Pipino, figlio di Carlo Magno.

ARTE

BrenzoneAd un paio di km da Castelletto, nel recinto del cimitero, troviamo una delle chiese più interessanti di tutto il lago. È dedicata a San Zeno e dal popolo viene comunemente detta de l’oselét, per la presenza sulla cuspide del campanile di un segnavento di latta, che richiama la sagoma di un galletto. La chiesa attuale, del XII secolo, venne eretta sulle rovine di una cappella preromanica, a sua volta sorta sui resti di un antico edificio di culto pagano. La facciata è atipica, essendo lo spiovente del tetto della navata minore settentrionale occupato dalla mole del campanile quadrangolare impiantato dentro il perimetro della chiesa.

L’interno, fatto questo inconsueto per la zona del Garda, è a due navate diseguali terminanti in altrettante absidi, con però all’esterno una terza pseudoabsidiola sul lato meridionale. Interessanti gli affreschi dell’interno, del XIII secolo, con Storie del Battista, mentre, appese al muro, sono ancora visibili delle rozze stampelle a ricordo di passate guarigioni. Sulla facciata esterna, al riparo di un protiro pensile, abbiamo un Cristo benedicente trecentesco e, sulla destra quello che resta di un gigantesco San Cristoforo, dello stesso periodo. (La chiesa solitamente è sempre aperta dal mattino al tramonto).

La chiesa parrocchiale di Castelletto di Brenzone fu eretta agli inizi del ‘900 su iniziativa di mons. Giuseppe Nascimbeni (1851 – 1922), che qui fondò la congregazione religiosa femminile delle Piccole Suore della Sacra Famiglia. Della vecchia Parrocchiale cinquecentesca, abbattuta nel 1920 per far posto alla strada Gardesana, rimane il campanile. Dal paese possiamo risalire fino alla piazzetta dell’ Olivo, per ammirarne la suggestiva scenografia; quindi, arriviamo alla contrada di Biàsa (m 160), dove si innalza un torrione di origine medioevale, che la tradizione popolare sostiene esser stata l’abitazione di un crudele mago (il mago Davì) che in tempi passati funestò la zona. Nelle vicinanze troviamo, isolata nel verde degli olivi, la chiesa di Sant’Antonio abate, che presenta forme molto rustiche con, sulla facciata esterna, un grande affresco trecentesco raffigurante san Cristoforo, il patrono dei viandanti che nel loro peregrinare ricevevano conforto dalla vista di questo santo. Lungo questa strada, la sera del Venerdì santo si svolge una coinvolgente Via Crucis con quadri viventi della Passione di Cristo e personaggi in costume che passano in mezzo ai molti fedeli e curiosi, alla luce di una miriade di lumi accesi. Sulla costa, a circa tre km da Castelletto, si stende l’abitato di Magugnano, il capoluogo del Comune di Brenzone e ormai sempre più conosciuto con quest’ultimo nome. Nel palazzo comunale, nella parte bassa del paese, si può ammirare la cosiddetta “Pietra di Castelletto”, una grande stele coperta di graffiti raffiguranti asce risalenti all’età del Bronzo (II mill. a.C.). La chiesa parrocchiale, dedicata a San Giovanni Battista, è stata ampliata nel corso del XVIII secolo, mentre il campanile, in forme romaniche, è del ‘400. Presenta un bel portale marmoreo cinquecentesco e, all’interno, una tela dei primi dell’800, opera di Giovanni Caliari, oltre ad un crocefisso del XVI secolo; splendido l’organo, recentemente ripristinato.

ATTRAZIONI

Nella vicina Porto di Brenzone, la terza domenica di agosto di ogni anno, si tiene una movimentata e singolare festa popolare, con gare di pesca, giochi acquatici per ragazzi e chioschi gastronomici che offrono specialità di pesce. Sempre in riva al lago, quasi al confine con Malcesine, è posta Assenza, toponimo che ricorda la dominazione veneziana (la Sènsa = l’Ascensione), proprio di fronte all’ isola del Trimelone. Su quest’isola, lunga 220 metri, nel X secolo sorgeva un castello, poi distrutto dal Barbarossa nel 1158; adibita nel 1916 a deposito di munizioni, negli anni ’50 fu devastata da un’esplosione. Nella piccola piazza della frazione si trova la chiesa di San Nicola, ampliata nel corso dei secoli XIV e XV: al suo interno conserva un interessante affresco del ‘200, rappresentante un’ Ultima Cena e vari riquadri votivi del Trecento, mentre sull’altar maggior sta una bella tela cinquecentesca.

Dei nuclei abitati dell’entroterra è da citare Castello (m 140), con la parrocchiale dei primi anni dell’ Ottocento. Dalla piazza della chiesa, la mattina dell’11 luglio di ogni anno, parte una lunga fila di fedeli, che attraversano tutto il territorio parrocchiale, portando in processione una statua lignea dei primi del ‘600, raffigurante la Madonna Assunta. Ciò si ripete dal 1836, anno di una terribile epidemia di colera che funestò la zona, e ancora adesso tale festa – detta “della Madonna del colera” – è particolarmente sentita dagli abitanti del paese. Da Castello si può godere un magnifico panorama su gran parte del lago, mentre la visita al centro storico ci permette di familiarizzare ancor di più con l’architettura tipica dei paesi di collina dell’alto lago, con le case addossate le une a le altre a ricordo delle esigenze difensive degli antichi abitanti. Anche le altre contrade, come Venzo, Borago, Pozzo e Sommavilla hanno conservato le loro caratteristiche originarie, con le case che seguono la pendenza naturale del terreno inserendosi in modo armonioso nell’ambiente; numerosi i capitelli devozionali. Di particolare suggestione, nell’entroterra, è la contrada abbandonata di Campo, un borgo rimasto poco diverso da come doveva essere alla fine dell’800, quando cominciò lo spopolamento. L’assetto urbanistico ci da l’idea di un  borgo di campagna fortificato, la cui economia si basava essenzialmente sulla coltura dell’olivo, integrata da qualche capo di bestiame. All’interno della chiesetta, dedicata a san Pietro in Vincoli, si può ammirare una serie di affreschi trecenteschi ben conservati.

A Cassone di Brenzone, un paesino in direzione Malcesine, si può intraprendere un’escursione di due ore verso “San Benigno e Caro”. Alto 830 m e gode di uno splendido panorama su tutto il Lago. Da questo luogo si può anche giungere al Giardino Botanico del Lago. All’altitudine di 1232 m si possono trovare svariati tipi di fiori, circa 600 variazioni su circa 2 ettari di prato.