Sirmione

STORIA DI SIRMIONE

Sirmione, di origini antichissime, la romana Sirmio deve in gran parte la sua fama al poeta Catullo (87-54 a.C.), che qui abitava e che la cantò in alcuni suoi carmi. Nel tardo impero e nell’alto Medioevo il paese venne fortificato e divenne un importante centro strategico, funzione che conservò fino al ?500; con i Longobardi divenne il centro più importante dei Fines sermionenses, che si estendevano dal Sommolago fino a Mantova. Con Carlo Magno venne infeudata all’abbazia di San Martino di Tours. Nel 1197 la penisola passò al Comune di  Verona e pochi anni (1220) dopo i Sirmionesi ottenenro dall’imperatore Federico II di poter pescare in libertà nelle acque di tutto il lago di Garda. In quegli anni a Sirmione ripararono molti Catari, fiduciosi in un clima più tollerante, ma presto, dopo la conquista della cittadina da parte degli Scaligeri di Mastino I, nel 1278, 60 di questi eretici – qualcuno dice 120 – vennero condannati al rogo nell’Arena veronese. Dopo gli Scaligeri, nel 1405 Sirmione si diede spontaneamente a Venezia.

Sirmione

ARTE

Si entra in paese superando il ponte che attraversa il braccio di lago che stacca la penisola dalla terraferma e varcando la porta trecentesca. Il canale è in parte occupato da imbarcazioni turistiche e da barche di pescatori, che ricordano l’antica vocazione peschereccia di Sirmione, dove un tempo gli occupati nella pesca costituivano la quasi totalità della popolazione. Alla nostra destra vediamo ergersi la rocca scaligera, completamente isolata dalle acque e unita alla terraferma da due ponti. Il castello, fondato da Cangrande della Scala, ebbe la struttura attuale – alla fine del XIV secolo – da Antonio. Questa fortezza ha tre torri angolari scudate, un alto mastio (37 metri) e un torrione che protegge l’ingresso di terraferma. Dal mastio si gode un magnifico panorama su gran parte del lago e dalle scale interne della torre si può accedere ai camminamenti di ronda, dai quali è visibile la darsena, uno dei pochi esempi sopravvissuti di costruzione portuale fortificata perfettamente conservata. Il castello ospita un lapidario romano e medioevale – con un miliario dei primi anni del IV secolo, un?ara dedicata a Giove e il ciborio di Desiderio – e un museo di archeologia acquatica.

Immediatamente dopo la porta d’ingresso al paese, sulla sinistra, vi è la piccola chiesa di Sant’Anna della Rocca, sorta nel ‘400 per il servizio religioso della guarnigione della fortezza e tuttora impreziosita al suo interno da affreschi cinquecenteschi e stucchi del Seicento. La chiesa parrocchiale, dedicata a Santa Maria Maggiore, risale al XV secolo ed è preceduta da un leggiadro porticato la cui colonna più settentrionale è un miliario romano del IV secolo, del tempo dell’imperatore Giuliano l’Apostata. L’interno è decorato con affreschi tre-quattrocenteschi e pregevoli sono una Madonna lignea del ‘400, il pulpito e l’organo del ‘700; il campanile è stato ricavato da una torre scaligera. La chiesa di S.Pietro in Mavinas, sulla punta della penisola, fu edificata nell’VIII secolo, in epoca longobarda, sulle rovine di un tempio pagano; venne rifatta poco dopo il Mille – periodo a cui risale l’attuale campanile – e ristrutturata nel ‘300; all’interno si ammira un importante ciclo di affreschi eseguiti fra il XII e il XVI secolo.

Durante l’età imperiale, con la crisi della piccola proprietà fondiaria e la formazione del latifondo, sorsero sulle sponde del Garda delle grandi e sontuose ville, la più famosa delle quali è senz’altro quella posta sulla punta estrema della penisola di Sirmione, meglio conosciuta con il nome di “Grotte di Catullo“, denominazione che ebbe dal cronista veneziano Marin Sanudo nel 1483. I resti che ora si vedono di quella che forse era una villa – o, secondo alcuni, un complesso termale – della prima età imperiale (I secolo d.C.), appartengono ad un unico grande edificio, adattato alle condizioni morfologiche del terreno con tagli nella roccia. La costruzione, di forma rettangolare, misurava circa m167x105, con due grandi avancorpi; nell’angolo sud-ovest della villa vi erano le terme. La villa era ancora funzionante nella prima metà del IV secolo, mentre in quello successivo l’edificio appariva già in abbandono, forse in seguito ad un incendio. Gli scavi hanno riportato alla luce un doppio criptoportico a pilastri, la piscina con il tepidarium, alcuni ambienti sotterranei e una sala con una grande finestra, detta la “trifora del paradiso”; vari reperti, fra cui mosaici pavimentali, frammenti di affreschi e oggetti di bronzo sono conservati in un piccolo Antiquarium all’ingresso del complesso mussale.

Dalle Grotte, seguendo via Catullo, si arriva a villa Cortine, che testimonia il raffinato tipo di turismo che ha sempre caratterizzato Sirmione. Questa villa, costruita in stile neoclassico alla fine dell’800 per volere del barone Kurt Von Koezeritz, presenta un portico e una loggia sovrastati da un grande timpano triangolare. Nel parco sono state costruite molte fontane, fra le quali quella grandiosa di Nettuno e quella dedicata al monte Baldo, quest’ultima  decisamente ispirata all’Appennino del Giambologna della villa medicea di Pratolino. Attualmente è sede di un albergo esclusivo. Confinante con il parco dell’hotel Villa Cortine vi è un giardino pubblico dedicato alla celebre soprano Maria Callas, ospite a Sirmione negli ultimi anni ’50, mentre per quanto riguarda altri personaggi famosi che visitarono e cantarono la “bella Sirmio” nelle loro opere, per limitarci agli ultimi due secoli, basti ricordare i poeti Giovanni Prati e Giosuè Carducci, Ezra Pound e James Joyce.

Arrivati in piazza Don Piatti, lo stabilimento termale ci ricorda un altro motivo per cui Sirmione è nota: la presenza di sorgenti termali che sgorgano nel lago a 18 metri di profondità e a circa 300 metri dalla costa, ad una temperatura di 69°C. Di questa sorgente si hanno notizie già a partire dal XVI secolo, ma solo nel 1889  la sorgente subacquea venne isolata e fatta zampillare in superficie; lo stesso anno si diede inizio alla terapia dei bagni sulfurei. Sono acque clorurato-sodico-sulfuree, ora convogliate allo stabilimento per cure di bagni, fanghi, inalazioni e nebulizzazioni, efficaci per combattere reumatismi, neuriti, artriti, nevralgie, sordità  e affezioni alle vie respiratorie; una sezione è specializzata in trattamenti estetici della pelle. Il complesso termale è ora gestito dalla “Società Terme e Grandi Alberghi” e conta due stabilimenti, di cui il più antico, il “Catullo”, nelle vicinanze del centro storico, è utilizzato durante la stagione estiva, da marzo a novembre, mentre nei pressi della frazione di Colombare abbiamo quello più recente, il “Virgilio”; inoltre fanno parte di questa Società anche tre alberghi con reparti termali interni (Hotel Sirmione, Hotel Fonte Boiola, Grand’Hotel Terme).

ATTRAZIONI

sirmioneSirmione, paese conosciuto per il grande afflusso turistico, offre ai suoi ospiti molte possibilità di svago. Sul lungo lago, per esempio, vengono tutti i giorni organizzate sfilate di moda o concerti.

Ma questo luogo diventa magico quasi solo in bassa stagione, quando colori e luci, alba e tramonto tingono i paesaggi di toni spettacolari.

Tutta la città è un’attrazione, con le sue tradizioni e la sua sorprendente ospitalità. Prendiamo per esempio l’esteso stand di frutta, direttamente all’inizio della città, sotto il castello. Vengono venduti limoni, arance, cocco meloni e angurie e altra frutta freschissima.

Proviamo a confrontare fotografie vecchissime con quelle dei giorni nostri: sono identiche, cambiano solo le persone. Sirmione è il tipico esempio di città che ha mantenuto tutte le sue tradizioni sul Lago di Garda. La città offre eleganti boutique, mercerie, e molti negozietti che invitano allo shopping.