Torbole

STORIA DI TORBOLE

Torbole si stende alle pendici del monte Varagna, a poca distanza dalla foce del fiume Sarca, l’immissario principale del Garda, nelle cui acque si riproduce la trota lacustre, un tempo oggetto di intensa pesca da parte degli abitanti del luogo. In questo borgo soggiornò per una notte, il 12 settembre 1786, il poeta tedesco Goethe, il quale, conquistato dal maestoso spettacolo della natura, ne descrisse le bellezze nel suo Viaggio in Italia: a ricordo di ciò in piazza Vittorio Veneto sono stati posti un medaglione di bronzo e un’epigrafe. Altri famosi ospiti di Torbole furono Giuseppe II, figlio di Maria Teresa, nel 1765, e il saggista francese Michel de Montagne, nel 1580.

ARTE

torboleSuggestivo il porticciolo, con la minuscola “Casa del Dazio” sul molo. Interessante la chiesa di Sant’Andrea, di epoca barocca, al cui interno abbiamo una pala di Gianbettino Cignaroli (1741), mentre dal sagrato si gode una magnifica vista sul lago. Dal paese si stacca la vecchia strada, molto panoramica, che, risalendo verso Nago, ci porta alla valletta di Santa Lucia, un luogo selvaggio un tempo percorso da un’antica via romana, l’unica che in passato mettesse in comunicazione la valle dell’Adige con il lago di Garda. Lungo questa strada scesero imperatori e re, diretti alla conquista della fertile pianura italiana, e addirittura una flotta veneziana. Infatti nel 1439, durante la guerra fra la Serenissima e i Visconti, una flottiglia di navi da guerra venne condotta lungo l’Adige fino a Ravazzone presso Mori e quindi trainata attraverso la sella di Loppio grazie a 2000 buoi e a migliaia di uomini, per essere poi fatta scendere nelle acque del lago attraverso questa valletta. In alto, sulla rupe che domina Torbole, si scorgono le rovine del castello di Penede (m 285), in antico una delle rocche più importanti del Sommolago.

Risalendo, invece, la nuova strada che porta a Nago, dopo circa un km e mezzo, è d’obbligo fare una sosta alle Marmitte dei Giganti, degli stupefacenti pozzi glaciali formati dalla prolungata trivellazione della superficie calcarea da parte di ciottoli di roccia più dura, mobilizzati dalle acque subglaciali. Il paese di Nago – Comune assieme a Torbole, ab. 2.400 -, è affacciato sulla bassa valle del Sarca, in parte attorno al dosso di San Zeno, mentre la parte nuova si allarga verso la statale, dove si trova la chiesa dedicata a San Rocco (sec. XVIII). La Parrocchiale, nella pittoresca contrada di San Vigilio, nel suo aspetto attuale risale al XVII secolo; il portale, sopra il quale è posta una statua di San Vigilio, è però del 1569. Nella parte bassa del paese sorgono i forti, innalzati dagli Austriaci negli anni 1860-62: ora, dopo essere stati restaurati, sono adibiti ad usi turistici.

ATTRAZIONI

Da Nago, proseguendo verso Mori, dopo circa un km e mezzo arriviamo al passo San Giovanni (m 274), una piccola sella che fa da spartiacque fra il bacino dell’alto Garda e la valle dell’Adige. Superato il valico, entriamo nel bacino del lago di Loppio (m 230), un tempo conosciuto come lago di Sant’Andrea, originato dal doppio sbarramento di quello che era l’antico solco dell’Adige; venne poi prosciugato nel 1958 per permettere la costruzione della galleria che convoglia le acque dell’Adige nel Garda in casi di emergenza.

Il bacino è ora un biotopo, un’area protetta che si estende su una superficie di circa 123 ettari, e dopo precipitazioni abbondanti si trasforma in un acquitrino per periodi più lunghi o meno lunghi, offrendo uno spettacolo insolito per le nostre zone, con la visione dei salici bianchi che emergono dall’acqua.

Il Parco Pavese

La popolazione di Torbole tiene molto a questo parco, che, fino a poco tempo fa, era di proprietà privata. Dal nome, si deduce che in passato era della Provincia di Pavia; ora è stato recuperato con orgoglio dalla comunità. Viene considerato il polmone della zona: come dicono in molti “il piccolo central park”. Il grande edificio che si trova all’interno è sorto agli inizi del 900 come Grand Hotel e successivamente, trasformato in colonia climatica e in preventorio antitubercolare. Le piante che troviamo all’interno del parco sono state messe a dimora all’epoca della costruzione dell’edificio e quindi vantano una notevole età; vi sono esemplari di Magnoglia dai grandi fiori profumati e molti cipressi, piante come il lauro, (Laurus caucasica rotundifoglia), la olea frangras, l’evonimo (Evonymus Europaea), il pungitopo (Ruscus Aculeatus), la vistraria, il cedro atlantico, la lagerstroemia, la ginestra, l’oleandro, l’alloro e il viburno.

Chiesa di S.Andrea

Alle spalle del paese vecchio, da un’altura dove possiamo, godere un panorama stupendo su tutto il lago e le montagne circostanti, troviamo la chiesa di S.Andrea. La storia di questa chiesetta si è perduta nel buio dei tempi. La struttura è stata modificata nel corso dei secoli; cercando tra i vari documenti siamo venuti a scoprire, che di questa chiesa se ne parla già a partire dal 1175, quando era ancora una piccola cappella dedicata al santo pescatore. Entrando possiamo ammirare lo stile barocco; dietro all’altare è posta una magnifica pala raffigurante il “martirio di S.Andrea” del veronese Gianbettino Cignaroli (1706-1770), artista allora famoso in tutte le corti europee. Sulla facciata sud della chiesa è stata approntata una stupenda meridiana che sostituisce quella scomparsa che anticamente segnava ai Torbolani il passare delle ore.

Chiesa di S.Vigilio

Anche questa bellissima chiesa è opera di rifacimenti e ristrutturazioni avvenute nei secoli; solo il poderoso campanile è resistito nel tempo con le sue caratteristiche bifore romaniche. L’interno è un insieme di vari stili che si sono fusi tra di loro ma che creano un qualcosa di speciale che non disturba l’occhio del visitatore. L’altare maggiore è in marmo policromo, opera di scultori castionesi, molto apprezzati nella zona nel corso del XVIII secolo. La chiesa vanta, altri quattro altari laterali, di cui il più pregevole è quello di Santo Stefano consacrato nel 1620. Da ammirare inoltre i dodici medaglioni che ornano la volta affrescata dal pittore romano Giustiniani (1921).

Chiesa di S.Maria al Lago

La possiamo trovare all’interno del Parco Pavese, costruita nel 1939 per offrire il servizio religioso ai piccoli ospiti del preventorio, che grazie a questa, non dovevano trasferirsi nella parrocchiale. Attualmente vengono celebrate le cerimonie più importanti della comunità.

Chiesa di San Zeno

Sorge su un piccolo dosso all’interno del paese; si presume costruita nel XII secolo e conserva il fascino delle cose antiche. All’interno troviamo un unico altare di marmo e una pittura del santo vescovo patrono di Verona.

Chiesa di S.Rocco

Si trova sulla statale di Rovereto subito dopo l’abitato e risale al XVI secolo. La tradizione dice che sia nata sui resti di un lazareto convertito in chiesa dopo che le pestilenze si fecero più rare.

Chiesa della SS. Trinità

La possiamo trovare raggiungendo la piazza Primone, al centro del paese. Costruita da un sacerdote di Nago, tutta a sue spese, al posto di una chiesa più piccola dove svolgeva le mansioni di cappellano. Internamente possiamo ammirare, posto sull’altare maggiore, una statua lignea, di Dio Padre, con in grembo il Figlio crocifisso, creazione dell’artista altoatesino del XV secolo.

Castel Penede

Solo pochi resti rimangono a testimonianza di quello che, in epoca medioevale, era una delle più belle fortezze costruite in questa zona. Notizie ufficiali dell’esistenza di questo castello risalgono al 1210. Fu tenuto dai Conti d’Arco, dai Castelbarco, dagli Scaligeri, dai Visconti, dalla Serenissima Repubblica di Venezia. Purtroppo venne saccheggiato e incendiato nel 1703 dalle truppe del Generale francese Vendome.

Le Sacre Edicole

Testimonianza della religiosità che era molto presente un tempo nelle nostre comunità. Sono presenti in molti cortili e in vecchie case; costruiti in varie fogge, incassate nei muri o ai bordi delle strade. Sul territorio comunale i “Capitelli” sono più di quaranta dedicati per lo più alla Madonna che compare con molta frequenza sia a Torbole che a Nago. Il capitello più famoso è quello di San Giovanni Nepomuceno, protettore dei viandanti, presso il paese di Nago.

I Forti di Nago

I forti di Nago furono costruiti tra il 1860 e il 1862, per volere del governo di Vienna, che dopo la seconda guerra di Indipendenza, si preoccupò di munire i suoi confini con poderose opere difensive. Da queste fortezze, uscivano minacciosi due ordini di cannoni, che tenevano sotto controllo l’alto Garda. Otto erano i cannoni nella parte superiore, e sei quelli della parte bassa. Il forte di Nago è stato recentemente ristrutturato a cura dell’amministrazione comunale e provinciale. Ora ospita mostre e manifestazioni culturali.

Il Monumento funebre a Vincenzo Errante

Importante traduttore di testi italiani, tedeschi, inglesi, greci e latini. Amava talmente il Paese di Torbole che chiese di essere sepolto sul colle dove sorge la chiesa di S. Andrea. La sua tomba, a forma di tempio ottagonale e a cielo aperto, fu disegnata dall’architetto Pietro Gazzola di Verona. All’interno possiamo ammirare la sua testa in bronzo, opera del tedesco Fleming, recante l’epigrafe dettata da Rinaldo Kufferle. Sulle pareti che circondano la scultura in bronzo troviamo effigi di libri marmorei aperti; scolpiti in bassorilievo, in lingua originale, versi di Catullo, Eschilo, Goethe, Shakespeare, Wagner, Holderling, Bànville, Rilke con la traduzione dello stesso Errante. Il sacello ospita anche le spoglie della moglie di Errante morta nel 1957.

Il Monumento Funebre a W.O. Darby

Il 30 Aprile del 1945, cinque giorni dopo la liberazione di Milano, un contingente di truppe americane, attraversò il lago con mezzi anfibi, e occupò il paese di Torbole allora invaso dai reparti tedeschi della Wermacht. Dopo una lunga battaglia il paese passò nelle mani degli alleati; sembrava che tutto fosse finito e che le armi fossero state tutte messe a tacere. Il Colonnello William O. Darby si stava godendo questo momento di vittoria, con altri commilitoni, quando da una delle postazioni dell’artiglieria tedesca, alloggiata sul monte brione, furono sparate alcune bombe, le cui scheggie colpirono i militari ferendo a morte il colonnello. Nel 1995, per la ricorrenza del 50° anniversario della morte, i commilitoni hanno voluto ricordarlo con una stele che venne posta davanti alla chiesa di S.Maria al Lago.