Torri del Benaco

STORIA DI TORRI DEL BENACO

Il centro di Torri del Benaco venne abitato già in epoca preistorica e corrisponde forse all’antica Tulles, capoluogo della popolazione retica dei Tulliassi; in epoca romana – con il nome di Castrum turrium – fu un centro importante grazie alla sua posizione strategica, sulla rotta lacuale che univa Peschiera a Riva. Fu poi popolato dai Longobardi e nei primi anni del X secolo vi si rifugiò Berengario I, re d’Italia, il quale, per difendere il paese contro le scorrerie degli Ungari, fece innalzare un castello e le mura, ancora in parte esistenti. Nell’XI secolo Torri del Benaco faceva parte della contea di Garda, quindi nel 1193 passò al Comune di Verona e poi alla signoria degli Scaligeri, i quali fecero ricostruire il castello. Al periodo scaligero risale pure la torre dell’orologio, dove in epoca veneziana si riunivano i capifamiglia per l’amministrazione del paese. Dopo un breve intermezzo dei Visconti di Milano e dei Carraresi di Padova, nel 1405 la cittadina passò a Venezia.

Torri del BenacoAl tempo della Serenissima, nel quattrocentesco palazzo della Gardesana – corrispondente all’attuale Hotel Gardesana -, al porto, si riuniva il Consiglio della Gardesana dall’Acqua, una federazione di 10 comuni della sponda veronese, con compiti fiscali, di controllo del territorio e di repressione del contrabbando. A capo della federazione vi era il Capitano del lago, che veniva nominato da Venezia e solitamente aveva sede a Malcesine – ma talvolta l’ebbe anche a Torri, nel castello; per i compiti di polizia disponeva di tre imbarcazioni armate, dislocate nei porti di Lazise, Torri e Malcesine. Ai primi anni del governo veneto data la costituzione di una corporazione di pescatori detta degli Antichi Originari di Torri e Garda – tuttora operante – che nel 1452 riscattarono dai conti Becelli di Costermano i diritti di pesca su una delle zone più pescose del lago, “la Peschiera di san Vigilio”. Grazie al commercio e ad un’economia diversificata, durante il dominio della Serenissima le condizioni di Torri erano floride e ciò è attestato dalla presenza di un ricco e numeroso ceto borghese che lasciò un ricordo di se in alcuni edifici, come il palazzo Mari, in vicolo Cairoli, e il già ricordato palazzo della Gardesana, fatto costruire dai Calderini nel XV secolo. Il rappresentante più illustre di quest’ultima famiglia fu l’umanista Domizio, nato a Torri nel 1444 e morto di peste poco più che trentenne a Roma: il suo ricordo è ora rinnovato dalla stele di marmo che si trova nei pressi della chiesa della SS.Trinità, con un’iscrizione del padre ed una dettata dall’amico Poliziano. Durante la campagna d’Italia di Napoleone, Torri venne occupata militarmente dai Francesi; arrivarono quindi gli Austriaci, che se ne andarono nel 1866, quando il Veneto fu annesso al regno d’Italia. Nella campagna coltivata ad olivi che si stende fra Torri del Benaco ed Albisano si trovano due delle contrade più antiche, Coi e Loncrino, sorte nei pressi di piccoli corsi d’acqua e dalle evidenti caratteristiche di borghi fortificati. Vi si arriva seguendo stradine selciate bordate da rustici capitelli, tra i quali particolarmente interessante è quello, del 1513, che si trova nella parte bassa di Loncrino e che raffigura la Madonna fra i Santi Giovanni Battista e Sebastiano.

Poco distante si trova la chiesa di Sant’Antonio (sec.XV-XVII), un antico romitorio con un suggestivo affresco che raffigura il paese di Torri del Benaco, visto da questa chiesa, come doveva apparire nel ‘600 (La visita alla chiesa è possibile solo in occasione della festa di s.Antonio, il 13 giugno). Poco a sud del paese abbiamo la chiesa di S.Faustino, nella contrada omonima: nell’oratorio, di proprietà privata ma solitamente aperto dal mattino al tramonto, possiamo ammirare pregevoli affreschi quattrocenteschi ed una pala d’altare dei primi anni del ‘700; a fianco dell’altar maggiore è posto il sarcofago con le spoglie di un eremita, il beato Pietro Malerba. Tra Torri e Pai si stende la contrada di Crèr, fondata in epoca medioevale e un tempo un importante nodo viario; nei pressi dell’abitato si staglia una graziosa chiesetta, costruita nel 1713 e dedicata a san Siro, da dove l’occhio può spaziare su tutto l’alto lago.

ARTE

Nella zona del porto si trovano alcuni degli edifici più significativi del paese, tra i quali ricordiamo il quattrocentesco palazzo della Gardesana, con la chiesa della SS.Trinità, nel cui interno si ammirano ancora pregevoli affreschi dei secoli XIV-XV. Il lato sud della piazza è occupato dal castello, innalzato nel 1383 per ordine di Antonio della Scala, sulle rovine di una fortezza altomedioevale di cui ora rimane la torre ovest. Il maniero venne espugnato dai Visconti di Milano in guerra con gli Scaligeri e, passato ai Veneziani, subì un lento ma inarrestabile declino che culminò attorno alla metà del ‘700, quando, per far posto alla limonaia, venne abbattuta la cinta muraria più esterna, a sud.

Il Castello di Torri del Benaco

L’attuale castello di Torri del Benaco venne costruito nel 1383, per ordine di Antonio della Scala, sulle rovine di un maniero preesistente, risalente al X sec., e di cui rimane tuttora la torre ovest. Nel 1760 venne abbattuta la seconda cinta muraria per far posto all’attuale cedraia. Il castello risorse a nuova vita nel 1980, quando il Comune di Torri diede il via ad un radicale restauro al fine di realizzare un museo storico-etnografico, che illustrasse in modo particolare le attività economiche tradizionali dell’Alto Garda e l’interessante fenomeno delle Incisioni Rupestri, rinvenute numerose nella zona. Oltre ad una sezione riguardante l’olivicoltura – con la ricostruzione con parti originali di un torchio per la molitura delle olive – abbiamo la prima sala museale, sorta in Italia, dedicata alla pesca d’acqua dolce, mentre di particolare interesse è la presenza di una delle ultime serre di agrumi ancora in funzione sul Garda.

Attraversiamo il paese seguendo via Dante ed arriviamo in piazza della Chiesa, dove si innalza la cosiddetta torre di Berengario (X sec.), una delle torri d’angolo del Trincerò, l’antica cittadella medioevale che si stende a lato della chiesa. La Parrocchiale (inizi del XVIII sec.), in un sobrio stile barocco, conserva pregevoli opere d’arte, come l’altar maggiore (1702) proveniente dalla chiesa precedente – con la pala di Sebastiano Aragonese, del 1558 -, e gli altari del Rosario e del Carmine, costruiti fra il 1723 e il 1729 con marmi policromi su disegno dei lapicidi trentini Cristoforo e Teodoro Benedetti. L’altare del Carmine è ancor più impreziosito da una tela del veronese Simone Brentana (1733), mentre la pala posta sull’altare di S.Filippo è opera di Pietro Rotari (1738); il dipinto dell’altare di S.Vincenzo Ferrer e di S.Antonio Abate, posto di fronte, venne realizzata da Felice Boscaratti nel 1769. I medaglioni del soffitto, a parte quello del presbiterio della fine Ottocento, sono opera di Felice Cappelletti (1721 e 1723). Magnifico l’organo, costruito nel 1742-44 da Giuseppe e Angelo Bonatti da Desenzano, i maggiori rappresentanti della cosiddetta scuola organaria veronese-gardesana. Infine, le statue all’esterno della chiesa, sulla facciata in alto, raffiguranti i Santi Pietro e Paolo – a cui la chiesa è dedicata – sono opere settecentesche di Michelangelo Speranza, al quale sono pure attribuite le cinque statue che all’interno del tempio sono poste in nicchie. Il campanile venne eretto sulla base di una torre delle mura che correvano addossate alla chiesa.

ATTRAZIONI

Il patrono di Torri del Benaco è san Filippo, in onore del quale ogni anno, il 26 maggio, si fa una festa molto animata, con “l’incendio della barca” e una miriade di lumini galleggianti sparsi sul lago. Sul Monte Luppia (418 m), sopra San Vigilio, sono state ritrovate le più importanti incisioni rupestri nel 1964; sono originarie dell’epoca preistorica. Ma anche nel percorso tra Pai e Torri si possono ammirare delle incisioni simili. Il festival più importante a Torri è sicuramente il carnevale Settembrino. Il paese è animato da giocolieri ed equilibristi provenienti da tutta Italia. Si mangia e si beve, gente del posto e turisti, tutti uniti da una magica atmosfera fino a tarda notte. L’apice è rappresentato da un magnifico spettacolo di fuochi d’artificio. Il traghetto parte ogni 40 minuti, compiendo sempre la stessa rotta: Torri-Maderno. Ma anche i battelli della Navigarda offrono interessanti gite, per poter ammirare l’intero lago.

Il terrazzo di Albisano (m 309), con molta probabilità abitato fin dall’epoca romana, è coltivato a viti e olivi ed è giustamente famoso per lo splendido panorama che si gode dal piazzale antistante la settecentesca chiesa parrocchiale. Nell’interno della chiesa, sull’altare dedicato a San Carlo Borromeo, possiamo ammirare una pala con la Vergine col Bambino e Santi, copia sei-settecentesca di un dipinto di Alessandro Turchi, mentre nel presbiterio si impone lo splendido altare della fine del Settecento con la bella tela dell’Annunciata (sec. XVII). La frazione di Pai, di cui si hanno le prime notizie sicure all’inizio del X secolo, si è sviluppata recentemente sulla costa (Pai di sotto), mentre la parte più antica (Pai di sopra) è arroccata in alto, ben conservata nel suo insieme urbanistico e con un’antica Parrocchiale del ‘500, da alcuni ritenuta un ampliamento della cappella del castello fatto atterrare dal Barbarossa in occasione di una sua discesa in Italia. All’interno la chiesa conserva una statua lignea di Madonna con Bambino del ‘400 ed una vasca battesimale del 1522; gli affreschi del catino absidale risalgono ai secoli XIV e XV, mentre le pitture su tela sono settecentesche. Dalla terrazza della chiesa si gode un magnifico panorama sul lago e sulla campagna circostante: tra gli olivi si scorge la chiesa romanica del cimitero, dedicata a San Gregorio (sec. XII), al cui interno si ammira un importante e molto ben conservato ciclo di affreschi votivi del XIII-XIV secolo.