Attualmente l’economia delle comunità che gravitano attorno al lago di Garda dipende in gran parte dal turismo e ad attività ad esso correlate. Ormai alberghi, ristoranti, campeggi case d’affitto e residences, per non parlare di negozi e supermercati, caratterizzano fortemente il paesaggio gardesano, mentre nel basso lago sono sorti parchi divertimento con centinaia di addetti.

A partire dagli ultimi anni ’60 le attività tradizionali – la pesca e l’agricoltura soprattutto – hanno visto allontanarsi molti dei loro addetti, attirati dalle indubbiamente migliori condizioni di vita offerte dall’industria turistica.

Dopo un periodo che ha visto sia l’assetto socio-economico sia l’urbanistica dei paesi del Garda subire profonde trasformazioni, con il ritorno anche di molti emigranti soprattutto dalla svizzera e dal Belgio, la situazione si è assestata. Ora anche quello che resta delle attività tradizionali trae vantaggi dal turismo: infatti sia pesca sia l’agricoltura hanno visto recentemente sollevarsi le loro sorti per l’innesto del business turistico. La stessa pesca, che rispetto ad un tempo ha visto molto ridimensionato il numero degli addetti – ora poco più di un centinaio su tutte due le sponde del lago – è risorta a nuova vita grazie al collegamento attuato negli ultimi tempi con la ristorazione; inoltre si è avuto un cambio di mentalità negli stessi pescatori, che ora non esportano più tutto il pescato, bensì hanno preso a lavorarlo il pesce, dando il via a Garda, grazie alla locale “Cooperativa fra pescatori”, ad un’attività di trasformazione, che promette di cambiare anche l’immagine della pesca presso le giovani leve, che in tale mestiere vedono ora una fonte – rispettabile e rispettata – molto remunerativa.

Anche l’agricoltura, con l’istituzione del DOP per l’olio extravergine del Garda – soprattutto del medio e alto lago, sia veronese sia bresciano e attorno a Torri, è praticamente scomparsa ed è rimasta solo come attrattiva turistica nelle due serre del Castello di Torri del Benaco e del Pra della Fam nel Comune di Gargnano. Mentre l’allevamento ovino è quasi scomparso, esiste ancora l’allevamento delle mucche da latte, che utilizzano d’estate gli alpeggi, sia sul monte Baldo, sia sulle montagne giudicariesi della costa lombarda.

Il secondario è rappresentato soprattutto dalle due cartiere di Riva e di Toscolano – quest’ultima con 400 addetti, ben poco se raffrontato all’importanza che tale attività rivestiva in epoca veneta. Non mancano numerose imprese edili, che soddisfano la fame di case di molti che anelano a venire a crearsi un nido sulle placide rive benacensi. Chi fa da padrone, in definitiva, è il terziario.