Moniga del Garda

STORIA DI MONIGA DEL GARDA

Moniga del GardaIl nucleo antico di Moniga del Garda, terra di produzione del vino chiaretto, è racchiuso dentro il suo castello, innalzato nel IX al tempo delle scorrerie degli Ungari e con ancora il mastio, una cinta muraria merlata di 280 metri e ben sette torri minori; la torre d’ingresso del castello ha ora la funzione di campanile  della chiesa parrocchiale, mentre l’interno è animato dalla presenza di abitazioni.

ARTE

Nel paese di Moniga del Garda si trova la villa Brunati-Bertanza, un solido edificio seicentesco con un maestoso portico ad archi lungo la fronte del palazzo che si stende nella corte interna. La villa appartenne, nella seconda metà dell’Ottocento, allo storico dell’arte e senatore veneziano Pompeo Molmetti, che provvide al restauro del palazzo. Da visitare la chiesa campestre di San Sivino, a poca distanza dal lago, nei pressi dell’omonima punta.

ATTRAZIONI

Sotto la giurisdizione del Comune di San Felice del Benaco cade l’Isola del Garda, dove, secondo la tradizione, nella primavera del 1221 San Francesco fondò un piccolo “romitorio“. Luogo di preghiera e di solitudine, che un decennio più tardi ospitò anche Sant’Antonio da Padova; in seguito, altri ospiti illustri furono San Bernadino da Siena nel 1421 e forse, Dante Alighieri. Nel 1870 l’isola passò al duca Gaetano Ferrari di Genova, che tra 1900 e il 1903 fece costruire l’attuale grande villa disegnata dall’architetto Luigi Roverelli in stile gotico-veneziano. Ora l’isola, con la villa e il lussureggiante parco di gusto romantico con canali e ponticelli, luogo di sosta di molti uccelli acquatici e aironi, appartiene ai conti Cavazza di Bologna.

Sulla costa, di fronte all’Isola del Garda, si trova la quattrocentesca chiesa di San Fermo, circondata da cipressi e lecci. Un pò arretrato si allarga il centro di San Felice del Benaco, che almeno in parte conserva ancora un’impronta rurale. Poco più a sud abbiamo il santuario della Madonna del Carmine, patrona della Valtenesi, affidato ai Carmelitani. Numerosi affreschi votivi dei secoli XV-XVI, legati alla scuola lombardo-veneta con influssi del Mantenga e del Foppa. Tra i numerosi santi rappresentati sulle pareti ricordiamo gli ogni presenti Sebastiano e Rocco, invocati contro le pestilenze, Antonio Abate, l’eremita del deserto protettore degli animali domestici, il carmelitano Sant’Alberto fiancheggiato da 14 tondi con i santi del suo ordine, una Madonna in trono che allatta il bambino, invocata dalle gestanti, i San Biago e Fermo, particolarmente venerati in Valtenesi, e Santa Lucia, il cui culto nel bresciano venne introdotto dagli occupati veneti.

Moniga del Garda 25080 Lombardia IT
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