Riva del Garda

STORIA DI RIVA DEL GARDA

Abitata già in epoca preistorica, Riva del Garda conobbe un intenso sviluppo con i Romani e a partire dagli ultimi decenni prima di Cristo la troviamo iscritta alla tribù Fabia, assieme a Brescia, e ciò testimonia l’appartenenza della popolazione di Ripa – come a quei tempi era chiamata – a stirpi celtiche. Nel 983 l’imperatore Ottone II la diede in feudo al vescovo di Verona; in seguito passò al principe vescovo di Trento, mentre nel 1349 venne ceduta a Mastino II della Scala in garanzia di un prestito di 4.000 fiorini.

La città, dopo aver conosciuto la signoria dei Visconti di Milano e dei Conti del Tirolo, dal 1440 al 1509 fu sotto il dominio della Serenissima, alla quale si deve la ricostruzione della Rocca e l’erezione dell’attuale palazzo Municipale e del Bastione (1508), che vediamo emergere dal bosco di pini e lecci alle pendici della Rocchetta; nei primi anni del ‘500 ritornò al vescovo di Trento. Nel 1703 le truppe francesi del duca di Vendome occuparono la città per un breve periodo, lasciando un pessimo ricordo. Infine, dopo la parentesi napoleonica, fu occupata dall’Austria (1813) per essere annessa al Regno d’Italia dopo la I guerra mondiale.

ARTE

Riva del GardaDopo aver parcheggiato nei pressi della Centrale Idroelettrica – eretta in stile liberty negli anni ’20 su progetto di Giancarlo Maroni, l’architetto del Vittoriale – seguiamo il lungolago ed arriviamo in piazza Catena, dove si trova la statua di San Giovanni Nepomuceno, il santo boemo acclamato protettore di Riva del Garda l’anno stesso in cui fu eretta questa statua (1735). Di fronte a noi si apre la zona del porto.Fin dall’antichità l’importanza di Riva del Garda è derivata dalla sua posizione geografica, luogo d’incontro e di traffici fra la pianura padana e l’entroterra alpino. Sede dei commerci, con i fondachi e i negozi distribuiti sotto i portici, è sempre stata la piazza III Novembre, che da proprio sul porto. La piazza è dominata dalla torre Apponale, ricordata in un documento del 1273 e sopraelevata nel 1555; sulla sommità della torre svetta l’Anzolìm de la tòr, costituito da un segnavento di latta rappresentante un angelo e considerato il simbolo della città.  Sul lato opposto della piazza si trova il palazzo Municipale (1482), eretto in epoca veneziana, e ora unito al palazzo Pretorio. Quest’ultimo venne innalzato dagli Scaligeri di Cansignorio nel 1370 e sotto i suoi portici – quasi un “museo aperto” della città – si vedono lapidi romane e medioevali, in latino, in ebraico e in volgare. Sul porto si affaccia il “Grand Hotel Imperial et Pension du Soleil”, l’albergo più prestigioso della città, un tempo frequentato da re e principi e da una clientela molto scelta. Alle spalle della piazza si stende la parte antica di Riva del Garda, dove non è male perdersi alla ricerca di suggestioni perdute e angoli romantici. Percorrendo il lungolago, verso est, arriviamo alla Rocca, circondata da un canale. La costruzione primitiva della fortezza risale al XII secolo, mentre la sua trasformazione in caserma è opera degli Austriaci attorno alla metà dell’Ottocento. Nel XVI secolo la Rocca divenne una corte rinascimentale, raggiungendo il massimo del suo splendore con Gaudenzio Madruzzo e la moglie Alfonsina Gonzaga. Ora l’edificio, dopo un recente restauro, ospita il Museo Civico e nella Pinacoteca sono custodite opere del rivano Giuseppe Craffonara (1790-1837), il maggior esponente della pittura neoclassica del Trentino (per informazioni: tel. 0464. 573869, fax 0464. 521680). Dalla Rocca, seguendo via Mazzini, arriviamo alla piazzetta del Mercato, quindi alla Parrocchiale, una bella chiesa del XVIII secolo dedicata all’Assunta. All’interno ammiriamo dipinti del Cignaroli, del Piazzetta e del Craffonara, mentre all’esterno, nell’attigua piazzetta, è stata posta una bella vasca di epoca romana. Usciti dalla Parrocchiale, giriamo a destra verso Porta S.Michele (sec.XIII), una delle tre superstiti dell’antica cinta muraria, la varchiamo e ci dirigiamo alla volta dell’Inviolata, una chiesa barocca esemplare per unità formale ed architettonica. L’edificio – eretto nel 1603 – è a pianta centrale: quadrato all’esterno e ottagonale all’interno, con un’alta e luminosa cupola a spicchi affrescata, impreziosita dagli stucchi del Reti e da pitture di Teofilo Polacco e tele di Palma il Giovane. Sul lago, nei pressi dell’imbocco della galleria scavata nella roccia sotto il monte Brione, troviamo il porto S.Nicolò, protetto dall’omonimo forte, sorto sui resti di un’antica chiesa, ora sede di un laboratorio di idrobiologia, che funge da supporto all’attività di raccolta dati del Centro di valorizzazione scientifica ospitato presso il ‘Villino Campi’, in località Sabbioni.

Da S.Nicolò si può salire sul monte Brione (m 376), che emerge dalla piana del basso Sarca e dalla cui cima si gode un magnifico panorama su tutta la piana di Arco-Riva, e sull’alto lago che si apre davanti a noi come un fiordo verso il mare. Alle pendici di questo monte, nel sobborgo di Sant’Alessandro, si trova villa de Lutti, uno dei più significativi edifici ottocenteschi dell’alto Garda, dell’architetto vicentino Caregaro Negrin: qui, nel salotto dei de Lutti, aveva sede un vivace circolo borghese, che vide come protagonisti importanti esponenti della cultura ottocentesca trentina, come Andrea Maffei, Emilio Visconti Venosta e il poeta Giovanni Prati. A Riva del Garda soggiornarono anche altri personaggi illustri, tra i quali ricordiamo Thomas e Heinrich Mann, Kafka, Nietzche e i fratelli Brod, senza dimenticare Sigmund Freud e Rudolf Steiner.

ATTRAZIONI

Dall’Inviolata prendiamo la strada per Tenno e in breve arriviamo al fiume Varone, che con un salto di 87 metri si fa strada in un enorme orrido scavato nella roccia (per informazioni tel. al n. 0464. 521421). Nell’abitato di Tenno (m 428) – nelle cui vicinanze si trova l’omonimo lago -, arroccato su uno sperone roccioso si innalza il castello, uno dei capisaldi del potere del principe vescovo di Trento nella regione alto gardesana. Sotto il castello si stende il borgo fortificato di Frapporta, la cui cinta muraria racchiude la chiesa romanica di San Lorenzo, con  all’interno i primi esempi della pittura trentina dell’XI secolo. Il Comune di Ville del Monte comprende gli abitati di Calvòla, Canale e Pastoedo, borghi che conservano quasi intatta la tipica architettura medioevale. A Canale si può visitare un museo di attrezzi agricoli, mentre nella stagione estiva vengono organizzate varie manifestazioni, come il “Rustico Medioevo”, un insieme di appuntamenti di grande richiamo con mostre, concerti, teatro e cucina tipica. Di grande interesse culturale è la Casa degli Artisti “Giacomo Vittone”, di Calvòla, la cui attività si esplica in convegni e corsi estivi di pittura e ceramica.

Risalendo il corso del Sarca, dopo pochi km arriviamo a Dro, immersa in un paesaggio di grande interesse naturalistico ed ambientale con le famose “Marocche”, un fenomeno glaciale costituito da un ammasso di macigni di 187 milioni di mc; questa poi è la zona di coltivazione della cosiddetta “prugna di Dro”, considerata la migliore d’Europa. Da Dro una strada porta in breve ai 398 metri di Drena, abitata già in epoca preistorica e al tempo dei Romani. Il castello, appartenuto ai Conti d’Arco, oggi è sede di congressi e di spettacoli estivi. Attorno al paese abbiamo molti castagneti che producono i rinomati “Marroni di Drena”. E per finire, ricordiamo la “Notte di Fiaba”, una festa che si tiene a Riva del Garda alla fine di agosto, con gli equipaggi dei vari rioni cittadini che si sfidano per rievocare l’antica rivalità fra Venezia e Milano; particolarmente belli i fuochi d’artificio fatti in questa occasione. Ritornando a Riva, qui la Navigarda ha il punto d’attracco del battello più grande, in Piazza Catena, che quotidianamente compie due volte il tragitto Riva-Desenzano. Il battello offre un ristorante e una grande terrazza per prendere il sole.

Riva del Garda 38066 Trentino-Alto Adige IT
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